L'Ultima Parola - La Vera Storia Di Dalton Trumbo

Trumbo

Regia: Jay Roach

Cast: Bryan Cranston, Diane Lane, Louis C.K., MIchael Stuhlbarg, Elle Fanning, Helen Mirren, John Goodman, David James Elliot

2015 - USA
124min. - Dramm. / Bio



Trumbo, ispirato alla vita di uno dei migliori sceneggiatori della Hollywood anni '40 - costretto per anni a lavorare sotto svariati pseudonimi perché facente parte della lista nera - è un film che funziona su alcuni livelli (recitazione e sceneggiatura) ma non esalta affatto su altri (fotografia e regia sono da film per la TV). Le sue mancanze nella messa in scena, o meglio, la sua mediocrità dal punto di vista estetico/formale, ne fanno uno di quei classici film da vedere più "a scopo informativo" che per le sue qualità artistiche, cosa che accade molto spesso con i biopic (vedi, ad esempio, The Theory Of Everything). Consigliato dunque, per lo spaccato su Hollywood durante il maccartismo, e naturalmente per la grande prova di Bryan Cranston nel title-role.
Nota inutile: anche se sono un suo fan, mi fa sempre un po' strano vedere Louis C.K. (il più grande comico al mondo, per chi non lo conoscesse) recitare in ruoli non scritti da lui, forse perché mi viene difficile identificarlo con un altro personaggio che non sia "se stesso"; in questo caso però non credo che il problema sia mio: pur dando una prova attoriale rispettabilissima, per la parte del malato terminale di cancro direi che non ha proprio...il physique du role. E' un po' troppo grasso, ecco. (l'avevo detto che era una nota inutile)


Sin City - Una Donna Per Cui Uccidere

Sin City: A Dame To Kill For

Regia: Frank Miller & Robert Rodriguez

Cast: Mickey Rourke, Josh Brolin, Eva Green, Joseph Gordon-Levitt, Jessica Alba, Rosario Dawson, Bruce Willis, Christopher Lloyd, Ray Liotta, Juno Temple, Lady Gaga

2014 - USA
102min. - Azione/Thriller/Noir



Ho guardato Sin City (2005) decine di volte nei 9 anni di attesa per il suo seguito. Quando poi finalmente è arrivato, la mia delusione è stata immensa. Pur mantenendone intatto lo stile, e nonostante alcuni buoni presupposti (un episodio in cui Dwight e Marv uniscono le forze), A Dame To Kill For manca completamente dell'energia del predecessore ed è basato su una sceneggiatura alquanto mediocre. L'incipit con Marv (M. Rourke) sembra buttato lì solo per fare numero; gli episodi di Johnny (J. Gordon-Levitt) e Nancy (J. Alba), scritti apposta per il film, sono inutili e a tratti imbarazzanti; quello centrale con Dwight (J. Brolin) e la femme fatale Ava (E. Green) è leggermente superiore agli altri ma comunque deludente. A che pensavano Miller & Rodriguez? Sembra una scialba parodia dell'originale! Che tristezza. Un flop meritato.


Cinquanta Sfumature Di Grigio

Fifty Shades Of Grey

Regia: Sam Taylor-Johnson

Cast: Dakota Johnson, Jamie Dornan, Jennifer Ehle, Marcia Gay Harden, Luke Grimes

2015 - USA
125min. - Sentimentale



Tratto da un romanzo che nasce come fan-fiction di Twilight (rendetevi conto!), ecco un altro film di cui non sentivamo assolutamente la mancanza. In questo caso la protagonista non è una timida vergine liceale, ma una timida vergine universitaria (D. Johnson), e l'innamorato non è un vampiro tenebroso ma un imprenditore milionario dedito a pratiche sadomaso (J. Dornan). Pubblicizzato (e censurato) manco fosse Ultimo Tango a Parigi, non è altro che una commedia romantica banale e noiosa per donne disperate. Infatti, se le scene più hard non farebbero arrossire nemmeno una ragazzina delle medie (in fondo vengono mostrate due tettine, qualche pelo pubico e un paio di sculacciate), altre fanno sicuramente alzare gli occhi al cielo o sbadigliare. Una perdita di tempo vederlo e una perdita di tempo commentarlo, ma si sapeva già.


L'Odore Della Notte


Regia: Claudio Caligari

Cast: Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Giorgio Tirabassi, Emanuel Bevilacqua, Elda Alvigini, Alessia Fugardi, Little Tony

1998 - Italia
100min. - Drammatico/Noir



L'Odore Della Notte, secondo lungometraggio di Caligari a 15 anni da Amore Tossico, è un film molto interessante e ben girato, anche se non privo di difetti. A parte Scorsese (citato esplicitamente in un paio di scene), le sue influenze più importanti vanno cercate nel cinema francese degli anni '50 e '60. A detta del regista stesso, il Remo Guerra di Valerio Mastandrea si rifà infatti ai personaggi solitari di Alain Delon e Jean-Paul Belmondo, il che conferma le mie impressioni riguardo lo stile "letterario / romanzesco" e il ritmo (quasi da dettato) con cui la voice-over di Mastandrea espone i pensieri e le vicende del protagonista. Molto francese, molto Nouvelle Vague; come stile a me personalmente piace molto ma qui mi fa un po' strano: è forse colpa dell'italiano, che non si presta come lingua? O della troppa verbosità della sceneggiatura? Non saprei dire, ma non funziona al 100%. La recitazione va dallo scarso al sufficiente. Il punto forte è sicuramente la regia. 

Amore Tossico

Regia: Claudio Caligari

Cast: Cesare Ferretti, Michela Mioni, Enzo Di Benedetto, Roberto Stani, Loredana Ferrara, Fernando Arcangeli

1983 - Italia
96min. - Drammatico



Amore Tossico è il film che segna l'esordio nella fiction dello sfortunato Caligari, ed equivale a un terzo della sua filmografia. Ambientato fra Roma e Ostia nei primi anni '80, segue le vicende di un gruppo di giovani tossicodipendenti, interpretati da veri eroinomani (o ex). Il regista mira al realismo assoluto, senza fronzoli, ed è evidentemente influenzato dalla poetica di Pasolini (una scena, tra l'altro, è girata nel luogo esatto in cui lo scrittore/cineasta fu ucciso), ma la sua mano autoriale si sente comunque. Due cose non mi hanno convinto: il finale (intendo proprio l'ultimissima scena, un po' gratuita) e a tratti la recitazione poco espressiva di alcun interpreti (ma quello è il rischio che si corre quando vengono ingaggiati dei non-attori). In compenso Cesare Ferretti, nel ruolo principale, è bravissimo. 

Stalker

Regia: Andrej Tarkovskij

Cast: Aleksandr Kajdanovskij, Anatolij Solonicyn, Nikolaj Grin'ko, Alisa Frejndlikh

1979 - URSS/Germania Est
163min. - Drammatico/Sci-Fi



Mi vergogno di ammettere che ho visto Stalker solo di recente, in occasione del Torino Film Festival, dove è stato trasmesso in versione restaurata sottotitolata (nella sezione "Cose che verranno"), un'occasione da non perdere dato che non esistevano copie in grazia di dio (questa è una delle ragioni per la quale ancora mi mancava, l'altra è la pigrizia, naturalmente).
Ambientato in un poco distante futuro distopico, il film racconta il viaggio di uno scrittore, un professore e uno stalker (ovvero una "guida" illegale) all'interno di un'area protetta denominata "Zona", in cui si trova una stanza che si dice possa esaudire il desiderio più intimo e segreto di chiunque vi acceda. 
Pur rientrando in qualche modo nel genere fantascientifico, Stalker è da considerarsi più come un'opera filosofica di grande profondità e ambizione. E' inoltre un'esperienza cinematografica unica sotto molti punti di vista: dai colori ai suoni, dalle tematiche affrontate fino all'ambientazione, nulla sa di già visto e tutto è bilanciato perfettamente. Anche il suo incedere molto lento, che potrebbe tenere lontani gli spettatori più impazienti, è funzionale alla particolare atmosfera creata e non pesa nonostante la lunga durata (tranne forse in una breve sequenza più o meno a metà film). Una curiosità: fu girato in location in una vera area contaminata e gira voce che proprio questa fu la causa delle morti premature di alcuni membri della troupe (compreso il regista). 
Considerato uno dei capolavori di Tarkovsky, vederlo è un po' un dogma per qualsiasi cinefilo. In più, visto che è letteralmente costato la vita a delle persone, direi che uno sforzo si può fare. Io lo consiglio e senza dubbio fra qualche tempo lo rivedrò (mi è anche stato regalato un libro sul film).


The Tribe

Plemya

Regia: Myroslav Slaboshpytskiy

Cast: Grigoriy Fesenko, Yana Novikova

2014 - Ucraina
132min. - Drammatico



Se avete già sentito parlare di The Tribe è sicuramente in riferimento al fattore che lo differenzia da qualsiasi altro film abbiate visto finora: è interamente recitato nel linguaggio dei segni ucraino, senza voice-over né sottotitoli, e gli unici suoni presenti sono quelli ambientali. Già questo varrebbe al regista-sceneggiatore un applauso per l'audacia, ma i meriti di (copia&incolla) Slaboshpytskiy non si limitano a questa trovata geniale: le sue inquadrature lunghe ed elegantemente composte, lo stile crudo e iperrealista, il susseguirsi naturale e al contempo imprevisto delle vicende, lo sguardo lucido e distaccato con cui sono raccontate, sono tutti elementi che contribuisco a rendere The Tribe un film di grande valore artistico. Ne consiglio la visione a chi non scoccia l'assenza di dialoghi.



Knight Of Cups

Regia: Terrence Malick

Cast: Christian Bale, Cate Blanchett, Natalie Portman, Teresa Palmer, Imogen Poots, Freida Pinto, Wes Bentley, Brian Dennehy

2015 - USA
118min. - Drammatico/Sperimentale




Nel 1998 Terrence Malick tornava alla ribalta, dopo 20 anni di assenza, con il capolavoro La Sottile Linea Rossa. Qualche anno dopo Il Nuovo Mondo proseguiva quel discorso stilistico e poetico che troverà il suo apice espressivo in The Tree Of Life nel 2011. Dopo di che il buon Malick avrebbe fatto meglio a prendersi un'altra lunga pausa e ritornare fra qualche anno con un nuovo capolavoro, ma non è andata così: nel 2012 arriva To The Wonder, una delusione totale che per quanto mi riguarda ha intaccato non poco la credibilità artistica del maestro. 
Knight Of Cupsla sua ultima fatica, è dunque accompagnato da un misto di paura e pregiudizio, ma cerco di non lasciarmi influenzare troppo da me stesso. Ciononostante, il mio interesse inizia a scemare dopo pochi minuti: il film vale sicuramente più del precedente e merita senz'altro una visione attenta, ma non posso certo dire che mi abbia conquistato. L'essere così anti-hollywoodiano (in tutti i sensi) è sicuramente un pregio, dico solo che è molto difficile capire e apprezzare il contenuto di un'opera quando è insostenibile nella forma: c'è un limite a tutto! Dopo un po' se ne hanno piene le palle dei grandangoli, della steadycam operata da cameramen evidentemente ubriachi, delle incessanti voice over che si fatica a capire a chi appartengono, di vedere gente che cammina/corre/danza a piedi nudi per giardini/case/spiagge, degli inutili e fastidiosi jump cuts e di Christian Bale che vaga in ogni dove con la stessa identica espressione. Avete presente Sean Penn in The Tree Of Life? Ecco, Bale fa praticamente la stessa cosa qui, per 2 ore. Ho letto che il regista non ha fornito nessuno script agli attori e che la maggior parte delle scene sono state improvvisate: si vede! 
Sia chiaro, io parlo per me. Sono sicuro che c'è chi continua ad apprezzare lo stile malickiano, ma per i miei gusti ha raggiunto il punto di saturazione. Comunque, nella speranza che questa fase "sperimentale" si sia conclusa, attendo il prossimo lungometraggio (in uscita nel 2016) augurandomi sia all'altezza dei capolavori a cui ci ha abituati in passato. Non ho perso completamente la fede in te, Terry.



The Visit

 Regia: M. Night Shyamalan

Cast: Olivia DeJonge, Ed Oxenbould, Deanna Dunagan, Peter McRobbie, Kathryn Hahn

2015 - USA
94min - Horror/Thriller/Commedia



Dopo il mediocre After Earth, Shyamalan decide di prendersi una pausa dai blockbuster scrivendo e dirigendo questo piccolo film low-budget. Girato in stile mockumentary (o found footage, non lo so, chi se ne frega), è un horror/thriller che a tratti ci fa dimenticare di esserlo, sfociando nella commedia. Ma tranquilli, non è che il regista soffra di alzheimer o non abbia saputo gestire la situazione, il risultato è voluto. Le parti horror infatti funzionano ancora meglio proprio perché le troviamo all'interno di un contesto "reale" e perché una volta tanto i protagonisti non sono degli idioti insignificanti la cui eventuale morte non ci farebbe né caldo né freddo, ma dei ragazzini  abbastanza svegli (la 15enne Rebecca, aspirante regista e il 13enne Tyler, aspirante rapper) interpretati da giovani attori con personalità (DeJonge e Oxenbould). L'operazione però, per quanto riuscita, non è certo inattaccabile: il soggetto è abbastanza debole e con la scusa del finto-documentario Shyamalan evita il rischio di doversi inventare qualcosa di veramente originale. Mi sembra un po' troppo comodo.
Comunque, in definitiva mi sento di consigliare la visione di The Visit, un film che non cambierà la vita di nessuno ma che offre una (s)piacevole ora e mezza di svago.



Lo Stagista Inaspettato

The Intern

Regia: Nancy Meyers

Cast: Robert De Niro, Anne Hathaway, Rene Russo, Anders Holm, Adam DeVine, Andrew Rannells

2015 - USA
121min. - Commedia



Abbastanza divertente nella prima parte, nella seconda vuole essere anche  riflessivo e profondo, rischiando da film leggero di diventare pesante. Ma è così difficile per gli americani scrivere una commedia senza doverci infilare a tutti i costi qualche lacrimone e la solita "risoluzione" finale? Per fortuna la regista/sceneggiatrice (What Women Want) sceglie e gestisce bene il cast, strappandoci un paio di risate qua e là nelle scene più comiche. Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, il fatto che siano "moderni" non significa che siano anche interessanti. Come film sarebbe anche carino, ma dov'è il mordente? Ma anch'io, dopotutto, cosa pretendo?!



Quo Vado?

Regia: Gennaro Nunziante

Cast: Checco Zalone, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Ninni Bruschetta, Lino Banfi

2016 - Italia
86min. - Commedia

Premesso che 9,50 euro (pagati all'UCI) siano troppi per qualsiasi film, vale la pena andare al cinema a vedere Quo Vado? di Checco Zalone? Se anche i film precedenti ti sono piaciuti, sicuramente si. Se non hai mai visto un film di Zalone, non ti sei perso chissà ché ma questa è sicuramente la sua prova migliore e non mi sento di sconsigliarlo. E' un film rivoluzionario, dall'innovativo linguaggio cinematografico o un capolavoro estetico? Assolutamente no. E' un film divertente, che non ti annoia per mezzo minuto? SI.
Record di incassi già alla prima settimana, è stato naturalmente anche soggetto di alcune critiche accanite da parte dei luminari di turno, che lo indicano come l'emblema di tutto ciò che non va nel cinema italiano. Ah si? E' davvero Checco Zalone il problema? Sicuri?! Sul FattoQuotidiano.it ho addirittura letto un articolo in cui lo si accusava di "sputtanare le minoranze"...evidentemente l'autore è entrato nella sala sbagliata.
Quo Vado non è volgare né offensivo, ma divertente. E non è furbetto né paraculo, ma intelligente.



Mia Madre


Regia: Nanni Moretti

Cast: Margherita Buy, John Turturro, Nanni Moretti, Giulia Lazzarini

 2015 - Italia
106min. - Drammatico




Aspetto sempre impazientemente l'uscita nelle sale del nuovo film di Nanni Moretti, per 2 motivi: 1) lui è uno dei miei registi preferiti e 2) ogni tanto mi piace andare al cinema per vedere un bel film e vederlo in italiano perché è italiano, non perché vivo in un paese in cui nessuno ha voglia di leggere i sottotitoli. Ovviamente, nel periodo in cui Mia Madre è uscito nelle sale io non stavo in Italia, e l'ho potuto recuperare solo in seguito.
Dopo questa premessa inutile passo al film: nei primi 10 minuti ho il timore costante di stare assistendo al primo step della discesa artistica di Moretti e mi sta per assalire la disperazione. Per fortuna poi il film inizia a ingranare e Nanni mi risparmia questa delusione. Non si può certo dire che sia l'opera più riuscita del regista/attore/co-sceneggiatore, che prosegue un ideale percorso "psicanalitico" iniziato con La Stanza del Figlio e Habemus Papam, ma è senza alcun dubbio un buon film. Sugli attori spiccano naturalmente Margherita Buy e il grande John Turturro, sulla colonna sonora Jarvis Cocker con Baby's Coming Back To Me. Riflessivo e divertente, regala almeno un paio di momenti da ricordare (più giù trovate una clip).
Ripensando alla scena di Caro Diario in cui Moretti sottopone ad un critico cinematografico in lacrime le sue stesse recensioni, mi fermo qui per paura di sparare troppe cazzate.
Aspetto il prossimo, con la solita impazienza.
Nota: il titolo di lavorazione era Margherita, che forse preferisco.


The Wolf Of Wall Street

Regia: Martin Scorsese

Cast: Leonardo Di Caprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, John Bernthal, Kyle Chandler, Rob Rainer, Jean Dujarden, Jon Favreau, Cristin Milioti, Spike Jonze

2013 - USA
180min. - Commedia/Biografico



E' raro che con l'avanzare dell'età un artista conservi lo stesso spirito degli anni d'oro: Martin Scorsese, genio rarissimo, a 71 anni fa il culo a qualsiasi giovane regista contemporaneo. The Wolf Of Wall Street non è solo una delle opere più riuscite del suo autore (direi nella Top 5) ma anche a mio modesto parere il film più bello del 2013 e una delle migliori interpretazioni di Di Caprio, per non parlare di Hill e McConaughey (indimenticabili i suoi 10 minuti sullo schermo). Lo sguardo lucido ed esperto del regista accompagna i successi, gli eccessi e la caduta del broker Jordan Belfort senza impartire lezioni di etica, lasciando che sia lo spettatore a giudicare i fatti. Sia chiaro: il film NON intende assolutamente celebrare lo stile di vita e le condotte illegali di Belfort/Di Caprio, quindi se coca, mignotte e truffa ti gasano, è un tuo problema.
Scene memorabili una dopo l'altra, impossibile tenere il conto o scegliere la mia preferita. Tre ore di grande cinema. 100% Scorsese. Qui sotto il trailer e un'intervista al regista


Ferro 3 - La Casa Vuota

Bin-jip aka 3-IRON


Regia: Kim Ki-duk

Cast: Seung-yeon Lee, Hee Ja

2004 - Corea del Sud/Giappone
88min. - Drammatico




La prima volta che ho visto Ferro 3 è stata una decina di anni fa, dopo averne sentito parlare in una puntata di Nip/Tuck. La seconda volta è stata il giorno dopo: mi aveva completamente stravolto e l'ho subito consigliato a tutti i miei amici. A distanza di tempo non ha perso la sua unicità. Poetico, grottesco, romantico, laconico, divertente, violento, metafisico, è uno di quei film che non somigliano a nessun altro e partecipano alla creazione di nuove dimensioni nell'universo cinematografico. Sicuramente uno dei capolavori dei primi anni 2000.

Jack Reacher - La Prova Decisiva

Jack Reacher

Regia: Christopher McQuarrie

Cast: Tom Cruise, Rosamund Pike, Robert Duvall, Werner Herzog, Jay Curtney, Richard Jenkins

2012 - USA
130min. - Azione/Thriller/Poliziesco




Tratto da uno dei romanzi di Lee Child con protagonista l'ex poliziotto militare Jack Reacher, qui interpretato da Tom Cruise anche in veste di produttore (e si vede). Il personaggio, già "figo" di suo, viene rappresentato a tratti con eccessiva enfasi (es. nel finale), ma comunque la prova di Cruise è abbastanza convincente. La sceneggiatura invece è un po' altalenante, a tratti infantile, ma dopotutto è un film d'azione hollywoodiano (con tutti i crismi, e quindi anche i difetti tipici). La regia fa più o meno quel che deve senza lampi di genio, ma regalando anche qualche buona sequenza (es. quella d'apertura). Herzog nel ruolo del cattivo non è male, ma il suo personaggio è incompleto. Rosamund Pike un po' fuori posto. Robert Duvall il migliore. Musiche anonime. Tutto sommato il film è divertente, scorre molto bene per più di due ore, e se lo si guarda con le giuste aspettative certamente non delude, ma proprio il suo essere così “commerciale” (e forse anche un po' televisivo) gli impedisce di sfruttare le vere potenzialità della storia e del personaggio. Le cose forse andavano fatte in modo diverso, ma vabè. Sequel in vista.


What Richard Did

Regia: Lenny Abrahamson

Cast: Jack Reynor, Roìsìn Murphy, Lars Mikkelsen, Lorraine Pilkington

2012 - Irlanda
87min. - Drammatico



Questo film è una vera chicca. L'ho scoperto per caso e mi ha subito incuriosito, ma non immaginavo mi colpisse in questo modo. E' la storia del 17enne irlandese Richard (un bravo ragazzo, molto popolare nella sua scuola), che durante l'estate tra la fine del liceo e l'inizio dell'università fa qualcosa che cambierà per sempre la sua vita e quella di chi gli sta intono. Intanto devo dire che non avevo mai visto un film che ritraesse così bene il mondo giovanile: i dialoghi fra i ragazzi sono così naturali che sembrano ripresi dal vero (il regista ha fatto “allenare” per un anno gli attori per ottenere questo risultato!) e in generale la recitazione è ottima, in particolare quella di Reynor e di Mikkelsen. E' un film molto coinvolgente, che ci porta ad immedesimarci nel protagonista e a riflettere sulle enormi conseguenze che una singola azione è in grado di recare alle nostre vite. L'unica pecca del film (se proprio dobbiamo trovargli un difetto) è la fotografia: avrei preferito un immagine un po' più contrastata.



Skyfall

Regia: Sam Mendes

Cast: Daniel Craig, Judi Dench, Javier Bardem, Naomie Harris, Ralph Fiennes, Berenice Malrohe, Albert Finney

2012 - GB/USA
143min. - Azione/Spionaggio/Thriller



23° capitolo della saga di 007. 3° della continuity con Daniel Craig. Alla regia Sam Mendes, che dirige egregiamente scene d'azione e non, affidandosi per la fotografia al grande Roger Deakins, che regala al film luci e colori di una raffinatezza di rado presente in opere di questo genere. Forse è il miglior film di Bond dai tempi di Sean Connery, e comunque uno dei migliori in generale. Moltissime citazioni e rimandi ai precedenti, per tutti gli appassionati. Attori bravi (in particolare Bardem nel ruolo del cattivo) e dialoghi divertenti, anche se talvolta sembrano voler fare troppo l'occhiolino allo spettatore, ma dopotutto è un film di James Bond quindi ce lo si deve aspettare! Titoli di testa belli come al solito, ma la canzone di Adele non è che mi faccia impazzire...
Film divertente e ben fatto, mi ha convinto. Bond sembra non voler andare in pensione.


Il Colore Dei Soldi

The Color Of Money

Regia: Martin Scorsese

Cast: Paul Newman, Tom Cruise, Mary Elizabeth Mastrantonio, Ellen Shaver, John Turturro, Forest Whitaker, Bill Cobbs

1986 - USA
119min. - Drammatico/Sport.











Seguito (25 anni dopo) di The Hustler di Robert Rossen. La sceneggiatura non è male, e i protagonisti Newman e Cruise se la giocano egregiamente, ma tutto in realtà funziona grazie a Martin Scorsese, che anche in un film su commissione dimostra come un grande regista possa fare davvero la differenza: senza di lui dietro la macchina da presa si sarebbe trattato di un filmetto da niente e non oso immaginare che noia le partite di biliardo. La mia scena preferita è quella in cui Tom Cruise canta Werewolves Of London di Warren Zevon.



Once - Una Volta

Once

Regia: John Carney

Cast: Glen Hansard, Markéta Inglova

2006 - Irlanda
90min. - Drammatico/Musicale



Girato a bassissimo costo, quasi auto-prodotto, con attori non professionisti (Hansard e Inglova, anche autori della colonna sonora, fra cui c'è molta chimica) e i loro amici e familiari, tutti all'altezza della situazione. E' un film tanto semplice quanto bello e coinvolgente. Trasuda un romanticismo e un amore per la musica genuini e senza pose (e non è cosa da poco). Queste sue qualità lo hanno addirittura portato fino agli Oscar, dove Falling Slowly ha trionfato come miglior canzone (bella, ma secondo me non la migliore all'interno della colonna sonora). Un piccolo gioiello, da non perdere. Guardate il trailer e vi verrà voglia di vederlo.




Source Code

Regia: Duncan Jones

Cast: Jake Gyllenhaal, Michelle Monaghan, Vera Farmiga, Jeffrey Wight, Russel Peters

2011 - USA
93min. - Sci-Fi/Thriller



Un film stupidissimo travestito da film intelligente e figo. Chi lo esalta parlando di bio-etica e altre cazzate forse non si è reso conto delle madornali inverosimiglianze presenti. 
Quanto segue può contenere SPOILER!
Cazzata numero 1: il personaggio interpretato da Jake Gyllenhaal NON può vedere cose e visitare luoghi che il cervello che lo “ospita” non ha avuto la possibilità di vedere, a meno che non si decida di mandare a farsi fottere ogni plausibilità, facendo deragliare nel fantastico un film che doveva essere fantascientifico. Che poi è proprio quello che invece succede alla fine, quando (cazzata numero 2) in pratica si viene a scoprire che lo strumento tecnologico usato per “rivivere” gli ultimi ricordi di una persona morta (il Source Code, appunto) è anche in grado di creare una realtà alternativa a quella che conosciamo, e il protagonista riesce addirittura, da quella (astratta, inventata) linea temporale ad  inviare un'email alla nostra! Non vi sembra una minchiata colossale? Com'è che tutti dicono che questo film è bello? L'hanno seguito attentamente? Mi rendo conto che è facile essere ingannati visto che nella prima metà tutto fila liscio come l'olio e l'idea di base è carina, ma è impossibile non tenere in considerazione lo scantonamento finale, assurdo anche all'interno delle più elastiche logiche sci-fi!
Duncan Jones come regista non è male, ma in questo caso doveva rileggere meglio la sceneggiatura.